Giovedì, 15 Luglio 2021 19:23

BILANCIO CONSUNTIVO 2020 E RELAZIONE FINALE Featured

RELAZIONE DEL PRESIDENTE AL CONTO CONSUNTIVO DELL’ESERCIZIO 2020

 

Come noto, il 2020 è stato gravemente caratterizzato del funesto evento della pandemia da SARS-CoV-2 che, con le restrizioni adottate dalle Autorità sanitarie, ha condizionato alla radice la quotidianità civile ed economica in Italia e in tutto il mondo, senza che le attività associative abbiano fatto eccezione al drastico ridimensionamento delle consuetudini per quel che riguarda le opportunità di circolazione e di riunione nelle aree interessate dal contagio. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'8 marzo 2020, con la lettera h) all'art.2, sospendeva fino al 15 marzo, sull'intero territorio nazionale, «le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le [...] università per anziani», incalzato, appena il giorno successivo, da un ulteriore DPCM che, col combinato disposto dei commi 1 degli artt.1 e 2, estendeva anche oltre i confini della regione Lombardia e delle altre province maggiormente colpite dall'epidemia la disposizione di cui alla lettera h) nell'art.1 del DPCM 8/3/2020 che aveva reso valida fino al 3 aprile la sospensione delle attività didattiche e la frequenza nelle università per anziani, nonché quella -  voluta dalla lettera s) del medesimo articolo  - dei «centri culturali, centri sociali, centri ricreativi» ai quali la nostra Associazione è comunque, agli effetti della normativa, da assimilarsi. Pertanto, senza indugio, la Libera Università e Terza Età del Campidano provvedeva a diramare ai soci il comunicato col quale si avvertiva dell'interruzione delle lezioni in calendario dalla seconda settimana del mese. La sospensione era poi prorogata fino al 13 aprile dal DPCM dell'1/4/2020; poi fino al 3 maggio dal DPCM del 10/4/2020 che interdiva l'attività delle università per anziani come pure dei centri culturali, sociali e ricreativi con le lettere k) e u) all'art.1; ancora, con le medesime lettere nel medesimo articolo del DPCM del 26/4/2020, fino al 17 maggio, quando, un altro DPCM, con le lettere q) e z)  al suo primo articolo, ha ulteriormente esteso la sospensione fino al 15 giugno; data alla quale, oltre ad essere ormai già spirato l'usuale termine dell'anno didattico della nostra Libera Università (la cui programmazione, tradizionalmente, non supera il mese di Maggio, anche per esigenze dei soci e dei docenti), pur essendo sbloccata l’attività dei centri culturali, sociali e ricreativi, erano comunque ancora operativi sia la sospensione dei corsi nelle università per anziani (protrattasi ancora fino al 14 luglio per effetto degli artt.11 e 1 lettera q) del DPCM 11/6/2020), sia il divieto di assembramento in luoghi aperti al pubblico e il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro nelle riunioni, imposti, da ultimo, dal D.L. n°33/2020 con i commi 8 e 10 dell'art.1, misure che, considerata la limitata capienza della piccola sede didattica in Via Dante 17/INT, rendevano comunque impossibile garantire a tutti i soci la partecipazione agli incontri e avrebbero perciò comportato una selezione all'ingresso, magari su prenotazione o sulla base di altri criteri, che appariva incompatibile con lo spirito associativo.  Si è anche presa in considerazione l'ipotesi di organizzare qualche appuntamento all'aperto, anche a scopo meramente conviviale, nel periodo in cui questo sarebbe stato consentito senza detrimento delle misure di contenimento del CoViD-19 ma, un po' per l'indisponibilità dei docenti e per i vari impegni  che tutti hanno nella stagione estiva (nella quale si preferisce dedicarsi alla famiglia e alle vacanze), e un po' anche per il diffuso - e del resto non infondato (trattandosi di persone anziane) - timore di andare incontro al rischio di contagio  (visto che, all'epoca, non era ancora obbligatorio nemmeno l'uso della mascherina all’aperto), l'idea non ha avuto sèguito e non si è potuto far altro che chiudere,  come ogni estate, l'anno accademico. Poco prima della consueta riapertura autunnale, peraltro, era nel frattempo entrato in vigore il DPCM del 3 Novembre 2020 che, con la lettera f) del suo primo articolo, nuovamente sospendeva l'attività di centri culturali, centri sociali e centri ricreativi, gettando così nuove ombre di incertezza sulla ordinaria ripresa delle attività sociali.  Tuttavia, se nel lock-down di primavera la L.U.C. era stata colta assolutamente alla sprovvista dalla situazione emergenziale e non aveva potuto far altro che mantenere chiusa al pubblico la sede sociale almeno fino al 18 maggio (quando, con l’entrata in vigore del D.L. n°33/2020, sono cessate le limitazioni alla circolazione)  ed estendere a tutti i propri associati - appartenenti ad una fascia di età particolarmente a rischio  - l'invito a "restare a casa" ripetuto ad una voce da Istituzioni e mass-media, in autunno, invece, al delinearsi di nuove limitazioni, è stato possibile (grazie anche alla fattiva collaborazione di un socio giovane), approntare una prima manciata di lezioni in videoconferenza via piattaforma Skype a partire dal 4 Dicembre, nel paio di settimane che hanno preceduto le ferie natalizie, pertanto con appena un mese di ritardo rispetto alla ricorrenza dell'inaugurazione dell'anno accademico, che tipicamente ha luogo a Novembre. Della modalità in didattica a distanza - che, a partire dal successivo mese di Gennaio, ha permesso di assicurare con assoluta regolarità un calendario di quattro giornate di lezione alla settimana, caratterizzando tutto l'anno accademico 2020/2021 nel quale è entrata a regime - si dirà meglio in futuro nella relazione al medesimo anno dedicata.

Limitandoci qui a quanto concerne il 2020, si osserva che la L.U.C. ha visto interamente defalcati quattro dei sette mesi dell'anno normalmente destinati all'attività didattica: non soltanto i tre di Marzo, Aprile e Maggio (vedendo così di fatto dimezzato l'anno accademico 2019/2020 al quale afferiscono) ma anche il mese di Novembre, col quale si è sostanzialmente bruciato il ramo prenatalizio dell'anno accademico 2020/2021, da un lato nel tentativo di sondare il terreno per capire se fosse meglio attendere l'attenuarsi dell'emergenza sanitaria o piuttosto armarsi per avviare la didattica a distanza (comunque tutta da inventare ed organizzare, avendo a che fare con persone di una certa età), e dall'altro nello sforzo -  non agevole per via anche delle limitazioni reintrodotte dal citato Decreto presidenziale dello stesso mese e dalla forte raccomandazione, contenuta nella lettera o) del suo primo articolo, a svolgere tutte le riunioni in modalità a distanza -  di raccogliere la disponibilità dei docenti (molti dei quali anziani anch'essi) a questo nuovo sistema di erogazione dei contenuti didattici, che presupponeva anche l’individuazione del modo meno complesso e oneroso per implementare tecnicamente la cosiddetta D.A.D., fino alla messa a disposizione da parte del socio giovane che si è offerto di occuparsene in prima persona, come si è detto. 

In ogni caso, ci si pregia in questa sede di documentare che, in questa seconda metà del 2020, tutte le attività amministrative di segreteria e di direzione della L.U.C., come pure tutti gli incontri che a qualunque titolo hanno avuto luogo, si sono svolti nel pieno rispetto delle raccomandazioni per i «Circoli culturali e ricreativi» (applicabili, per espressa previsione, anche «ai luoghi di ritrovo di associazioni culturali, circoli ricreativi, club, centri di aggregazione sociale, università del tempo libero e della terza età») contenute nelle «Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative» approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 22 maggio 2020 con protocollo 20/92/CR01/COV19 come allegate all'Ordinanza n°27 del 2 giugno 2020 del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna; poi nella versione approvata il 14 luglio 2020 con protocollo 20/127/CR7ter-a/COV19 come allegata all'Ordinanza n°34 del 15 luglio 2020 del Presidente della Regione Sardegna; in autunno, nella versione approvata l'8 ottobre 2020 con protocollo 20/178/CR05a/COV19 come riportata all'Allegato 9 sia del DPCM del 13 ottobre, sia del DPCM del 3 novembre, sia di quello del 3 dicembre 2020. Tra le dette raccomandazioni si annoverano il costante uso dei dispositivi di protezione individuale, il distanziamento interpersonale (come testimoniano, nella sala didattica, gli adesivi segnaposto applicati sul pavimento per assicurare il posizionamento delle sedie ad oltre un metro l’una dall’altra), la rilevazione della temperatura all’ingresso, la registrazione degli accessi e il loro contingentamento ottenuto incoraggiando il preavviso e la prenotazione su appuntamento nonché massimizzando le operazioni effettuate via telefono, mail ed internet.

Nel complesso, per tutte le ragioni sopra esposte, il 2020 ha comportato una significativa compressione della vita associativa, che si è ripercossa negativamente su una campagna iscritti più difficile del solito, segnata da molti dubbi sul futuro prossimo che hanno fatto sembrare a molti inopportuno rinnovare l’adesione per un'annualità nella quale non si sapeva se le attività sarebbero riprese regolarmente (abbondando in questo caso, da parte di molti, le preoccupazioni per i rischi di contagio che giustificavano, a loro dire, "un anno sabbatico"),  e nemmeno si sapeva se la didattica a distanza sarebbe stata di qualitào comunque comodamente fruibile anche per utenti al limite dell'analfabetismo digitale. Giova anche ricordare, a questo proposito, che per la maggior parte dei soci la partecipazione alla vita della L.U.C. aveva anche un valore squisitamente aggregativo e umano, valore che viene meno col surrogato telematico, utile sì per mantenersi in contatto ma, per altri versi, non sufficientemente attraente da motivare un'iscrizione. Paventando un trend di defezioni, il Consiglio direttivo è corso ai ripari deliberando una drastica riduzione della quota che, dai 70 euro dell'a.a. 2019/2020 è stata drasticamente decurtata a 10 euro, anche in considerazione dell'incertezza sull'offerta didattica che si sarebbe riusciti a garantire concretamente in regime di emergenza sanitaria. Ciò non ha comunque scongiurato i numerosi ritardi nelle adesioni che, diversamente dagli anni passati, non sono state tutte rinnovate entro Dicembre 2020.

Il 2020 è stato anche caratterizzato da un altro passaggio importante che ha impegnato in modo particolarmente intenso il mese di Ottobre: l'adeguamento obbligatorio del nostro Statuto al Codice del Terzo Settore introdotto col Decreto legislativo, 03/07/2017 n° 117, che ha comportato una serie di razionalizzazioni e semplificazioni nell'organigramma e nell'architettura di funzionamento della L.U.C. Tra le varie innovazioni, in ossequio ai principi del privato sociale, è stata intensificata la prevalenza dell'attività di volontariato rispetto a quella remunerata, prevedendo l'iscrizione dei volontari in apposito registro interno e la loro assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e per Responsabilità civile contro terzi; sono stati meglio definiti e anche ampliati gli scopi sociali;, prevedendo anche la possibilità di svolgere attività diverse da quelle istituzionali;  è stata perfezionata la fisionomia democratica dell’Associazione, eliminando le figure residuali dei soci onorari privi di diritto di voto;  sono state unificate sede legale e sede sociale, confluite nella sede didattica di Via Dante, 17/Int in Selargius, con abbandono del precedente riferimento alla Via Curtatone; è stato abolito il quorum nell'assemblea che si riunisce in seconda convocazione, col fine di rendere più agile lo snodarsi della vita associativa e scongiurare gli impasse; è stata anche abolita la tacita ed automatica decadenza in caso di mancato pagamento della quota associativa, prevedendo sempre la preventiva comunicazione al socio negligente; è stato meglio definito il ruolo del Comune di Selargius, che, non essendo un ente associato, non ha voto né in Assemblea né nel Consiglio direttivo ma può intervenire a titolo meramente consultivo; è stata introdotta l’utile figura, presente in altre Università della Terza età, del Direttore dei corsi, incaricato del coordinamento didattico, mentre è stati abolita quella dei Revisori dei conti, non più obbligatoria per la nostra Associazione a mente dell'art.30, secondo comma, del D.L. 111/2017 fino a quando il totale dell'attivo dello stato patrimoniale rimarrà inferiore ai 110.000 euro, i ricavi, le rendite, i proventi, le entrate comunque denominate rimarranno inferiori ai 220.000 euro, e i dipendenti occupati in media durante l'esercizio resteranno inferiori a 5, come sono, non avendo ad oggi la L.U.C. alcun rapporto di lavoro subordinato in essere. Pertanto, a far data dall'approvazione assembleare dello Statuto, avvenuta il 21 ottobre 2020, sono ipso facto decaduti dalla funzione di Revisori i soci Ernesto Deiana, Rosanna Frau e Angela Maria Cocco. È stata anche introdotta la figura del Presidente onorario alla quale, con la riunione di discussione del Bilancio che la presente relazione accompagna, si auspica di eleggere l'ultranovantenne, benemerita e gloriosa fondatrice Olga Deiana, dimessassi formalmente dalla carica di Presidentessa a Settembre 2020 per motivi di salute. 

Ma la modifica statutaria più significativa è quella che ha inteso allineare l'esercizio finanziario (finora coincidente con l'anno solare), all'anno accademico che, invece, si svolge a cavallo dell'anno solare, iniziando in autunno e terminando prima dell'estate, sulla falsariga delle istituzioni scolastiche ed universitarie. Poiché le attività prettamente didattiche del nostro sodalizio, iniziando a Novembre e terminando al Maggio successivo, lasciano fuori cinque mesi, si è ritenuto di accodare alla parte finale dell’anno i mesi estivi di Giugno, Luglio e Agosto, e accorpare invece i mesi autunnali di Settembre e Ottobre all'inizio dell'anno sociale, così che esso avrà ufficialmente inizio ogni 1° settembre, lasciando due mesi di tempo per avviare il nuovo anno accademico, e terminerà il successivo 31 agosto, lasciando, dopo la fine delle attività didattiche, tre mesi di tempo per ultimare le chiusure contabili e la redazione del bilancio consuntivo e delle relazioni conclusive. 

Si supererà così, finalmente, il farraginoso sfasamento, previsto dal vecchio Statuto, tra anno finanziario e anno accademico: nel bilancio di ciascun anno finanziario, si rendicontavano - come anche quest'anno, per l'ultima volta, si sta facendo -  le due metà di due anni accademici diversi (il periodo da Gennaio a Maggio, appartenente all'anno accademico precedente, e il periodo Novembre-Dicembre, rientrante nell'anno accademico successivo), e così ciascun anno accademico era ripartito sui bilanci di due anni finanziari, con svariate incoerenze ed inutili complicazioni nella rendicontazione e, soprattutto, nell'esplicazione ai soci.

Tuttavia, nella transizione dall'ultimo esercizio finanziario approvato coincidente con (che è quello che si è chiuso il 31 dicembre 2019), al primo esercizio finanziario coincidente con l'anno accademico (che è quello che incomincerà il prossimo 31 agosto 2021), ci si è posti il problema di come contabilizzare i mesi dell'interregno consistente in un anno e 8 mesi dal 1° Gennaio 2020 al 31 luglio 2021. La soluzione di far seguire, ad un normale esercizio di dodici mesi, uno di otto mesi, è parsa sconsigliabile perché l’esercizio infrannuale sarebbe risultato eccessivamente breve e poco rappresentativo; ma, del resto, accorpare i due periodi in un unico esercizio di 20 mesi non sarebbe stato praticabile anche in considerazione degli obblighi di deposito annuale del bilancio che la L.U.C.  ha nei confronti del Registro regionale delle A.P.S. ovvero (non appena ne sarà perfezionato il definitivo avvio, che dovrebbe essere imminente), nei confronti del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, che sostituirà quelli regionali. La soluzione più ragionevole sembrava allora quella di ripartire i 20 mesi in due esercizi da 10 mesi ciascuno, proprio sfruttando, come data simbolica di chiusura di un esercizio e apertura dell'altro, quella dell'approvazione dello Statuto,  che è caduta giustappunto nel mese di ottobre, il giorno 21. Nondimeno, ai sensi dell'art. 2364, comma 2, del Codice civile, il bilancio del primo di questi due esercizi di dieci mesi avrebbe dovuto essere approvato entro 120 giorni dalla sua chiusura, cioè entro il 18 febbraio 2021, cosa cui però l'Associazione non è stata in grado di provvedere tempestivamente.  La possibilità di "agganciare" la proroga al 29 luglio 2021 disposta dall'art. 106, commi 1 e 8-bis del Decreto “Cura Italia” per l'approvazione in modalità telematica dei bilanci nelle assemblee convocate entro il 29 giugno, era però riservata agli esercizi chiusi il 31 dicembre 2020. La nostra Associazione non può dunque presentare soltanto il bilancio di un esercizio che chiude il 20 ottobre 2020 ma deve perciò accodargli necessariamente anche il segmento dal 20 ottobre 2020 al 31 dicembre 2020, essendo costretta, per beneficiare della proroga al 29 luglio, a presentare comunque ai soci il bilancio dell'intero anno solare 2020. Nel fare ciò, non si è comunque rinunciato ad accludere il rendiconto intermedio dell'esercizio parziale che si chiude il 20 ottobre 2020 seguito da un mini-esercizio che copre il periodo dal 21 ottobre al 31 dicembre 2020: quest'ultimo, in maniera modulare, sarà ripresentato come parte integrante anche dell'esercizio 2020/2021 in chiusura al prossimo 31 agosto, così da formare il predetto esercizio transitorio di dieci mesi (21 ottobre 2020 - 31 agosto 2021). Allo stesso tempo però, per maggiore completezza, si è voluto approfittare per presentare anche un altro rendiconto intermedio che appariva significativo: quello dell'esercizio parziale dell'ultimo quadrimestre 2020, iniziato il 1° settembre cioè ad un anno dall'inizio del primo esercizio coincidente con l'anno sociale. Questo rendiconto quadrimestrale, in seguito opportunamente accorpato al periodo dal 1° Gennaio 2021 al 31 agosto 2021, permetterà di presentare al Registro APS anche nel 2021 un bilancio di dodici mesi e, inoltre, di non dover aspettare il 2023 per poter mettere a confronto due bilanci annuali coincidenti con l'anno sociale (quello 2021/22 con quello 2022/2023) ma di poterlo fare già nel 2022 quando il bilancio 2021/22 potrà essere confrontato con quello 2020/21. Inoltre, poiché sarà di dodici mesi anche il bilancio 2020/2021, sarà confrontabile, almeno in senso statistico, con lo stesso bilancio 2020.

Incidentalmente, come risultante dei suddetti frammenti intermedi, viene esposto anche il rendiconto del periodo che va dal 1° Gennaio 2020 al 31 agosto 2020 e dal 1°settembre 2020 al 20 ottobre 2020: quest'ultimo, insieme al periodo che si chiude il 31 agosto 2020, forma il bilancio di circa dieci mesi nel quale si volevano inizialmente suddividere i 20 mesi tra il 1° Gennaio 2020 e il 31 agosto 2021. Il medesimo frammento, insieme al periodo dal 21 ottobre al 31 dicembre 2020, forma l'ultimo quadrimestre 2020 che a sua volta, unito al periodo dal 1° gennaio 2021 al 31 agosto 2021, formerà il primo esercizio coincidente con l'anno sociale, ancorché esercizio “fittizio” in quanto già rendicontato nel presente consuntivo proprio per la porzione che riguarda il quadrimestre Settembre-Dicembre 2020.

In sintesi, il Conto Consuntivo 2020 si compone di:

tre rendiconti intermedi parziali:

A) dal 1° Gennaio 2020 al 31 Agosto 2020 (il quale, il prossimo anno, si potrà confrontare col parziale dal 1° Gennaio 2021 al 31 agosto 2021);

B) dall'1°Settembre 2020 al 20 Ottobre 2020;

C) dal 21 Ottobre 2020 al 31 dicembre 2020.

due cumulativi intermedi parziali:

D) dal 1° Gennaio al 20 Ottobre 2020 ( A+ B dell'elenco sopra), di circa dieci mesi, che il prossimo anno si potrà confrontare col cumulativo dal 21 ottobre al 31 agosto, anch'esso di circa dieci mesi;

E) dal 1° Settembre al 31 dicembre 2020 (B + C dell'elenco sopra), quadrimestre che, accorpato, il prossimo anno, al parziale dal 1° Gennaio 2021 al 31 agosto 2021, si potrà confrontare sia col bilancio 2021/2022, suo perfetto omologo, sia col bilancio 2020, anche se solo virtualmente, in quanto entrambi conterranno uno stesso quadrimestre;

F) Un rendiconto globale, dal 1° Gennaio al 31 Dicembre 2020, che è stato necessario per beneficiare della proroga che ha permesso di presentare il bilancio a Luglio.

Grazie a questi accorgimenti, il bilancio 2020/2021, che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre p.v.,, si potrà comporre di

1) un bilancio di dieci mesi, dal 21 ottobre 2020 al 31 agosto 2021, (parzialmente già presentato nel segmento dal 21 ottobre 2020 al 31 dicembre 2020 di cui al punto C sopra)  il quale, anche se non perfettamente omologo come periodo, sarà confrontabile, almeno come durata, col bilancio di circa dieci mesi (dal 1° Gennaio 2020 al 20 ottobre 2020) di cui al punto D nell'elenco sopra;

2) un bilancio di dodici mesi, dal 1° settembre 2020 al 31 agosto 2021 (parzialmente già presentato nel segmento dal 1° settembre 2020 al 31 dicembre 2020 di cui al punto D sopra), perfettamente confrontabile, come durata e periodo, col bilancio dell'anno solare 2020, anche se parzialmente sovrapposti per il medesimo quadrimestre Settembre-Dicembre;

3) un bilancio di otto mesi, completamente nuovo e mai presentato prima, dal 1° gennaio 2021 al 31 agosto 2021, perfettamente confrontabile e omologo dello stesso rendiconto Gennaio-Agosto 2020 di cui al punto A sopra.

Nel conto consuntivo che qui si presenta, ogni segmento intermedio è stato rendicontato sia come periodo a sé stante sia come parte integrante dell’intero periodo annuale 2020, e ne sono stati esposti, nelle tabelle qui accluse, i principali indicatori economici e finanziari richiesti dalla vigente normativa sul Terzo Settore, con i relativi riporti secondo la progressione temporale, e sommatorie nei prospetti di cumulo.

Questa rendicontazione, che può apparire eccessivamente scrupolosa,  è in realtà motivata dall’onere di depositare consuntivi irreprensibili e integralmente rappresentativi, al fine di non incorrere in contestazioni di sorta quanto alla permanenza nel Registro regionale delle Associazioni di Promozione Sociale, al quale la L.U.C. si fregia di essere iscritta, prima dell’imminente migrazione di tutte le A.P.S. nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

Nell’analisi dei prospetti di riepilogo che compongono il Conto consuntivo, si può in primo luogo osservare la assoluta prevalenza delle operazioni effettuate tramite il conto corrente bancario rispetto a quelle effettuate in contanti, in un rapporto medio di circa 10 a 1  delle somme movimentate. Ciò  è da attribuire non soltanto alle peculiarità accidentali del 2020 in cui i contatti interpersonali  sono stati assai ridotti, ma soprattutto all’orientamento generale intenzionalmente adottato dalla L.U.C. col fine precipuo di assicurare l’integrale e trasparente tracciabilità – peraltro da parte di un ente terzo qual è la Banca – della parte più grande possibile dei propri flussi di denaro, confinando ormai ad un ruolo residuale il contante, in linea anche con le tendenze disciplinari antiriciclaggio.  Le entrate in contanti nel 2020 derivano infatti esclusivamente ed esattamente dal totale delle quote associative e dei versamenti volontari (per i quali finora nessun socio ha adoperato  lo strumento bancario), mentre nei pagamenti in contanti, riferibili per lo più a spese spicciole per materiale di cancelleria e spedizioni postali, incide quest’anno per ben 200 euro (cioè per quasi la metà), l’imposta per la registrazione dello Statuto modificato, che si evidenzia nelle tabelle che includono il periodo successivo al 21 ottobre. 

Se le entrate correnti si sono ridotte di quasi il 50%, ciò è dovuto – come evidenzia anche il fatto che sono proprio quelle per cassa ad essere diminuite di quasi 5000 euro esatti – alle già sottolineate peculiarità della campagna iscritti 2020, consistite nella riduzione di 60 euro della quota d’iscrizione che, peraltro, a causa delle varie difficoltà legate alla pandemia, quasi 2/3 dei soci ha versato soltanto molte settimane dopo il 31 dicembre 2020. Il brusco crollo della componente sociale delle entrate, è stato, almeno in parte, attutito dall’inatteso raddoppio dei proventi del  5 per mille dell’IRPEF, (frutto, verosimilmente, anche di una buona campagna di divulgazione realizzata nel 2019), dall’incremento di più di 1000 euro del contributo annualmente destinato dalla Regione Sardegna alle Università della Terza Età, nonché dalla ripartizione (decisa a fine anno a scopo emergenziale dal Comitato Regionale delle Università della Terza Età della Sardegna in special modo per far fronte alle spese vive legate alla D.A.D.), di un piccolo fondo spese che era stato accantonato fin dalla fondazione dello stesso C.R.U.T.E.S.  (alla quale la L.U.C. ha partecipato) e che, per evidenti ragioni, era rimasto particolarmente inutilizzato nel corso del 2020.

Non ha subìto alcuna variazione, invece, il totale dei contributi erogati dal Comune di Selargius, parte dei quali era già stata contabilizzata come credito nell’esercizio 2019, in quanto già deliberata ma, al tempo, ancora da liquidare. Il Comune di Selargius sostiene, anche in quanto fondatore, la L.U.C. in ragione dell’interesse sociale rivestito dalle nostre attività culturali nei confronti di una fascia debole della popolazione qual è quella anziana, mentre la Regione Sardegna sovvenziona la nostra Università della Terza Età – come tutte le altre U.T.E. sarde che ne hanno i requisiti – «a titolo di concorso delle spese necessarie per il funzionamento e per lo svolgimento delle attività istituzionali, di carattere prettamente culturale», attraverso un bando annuale indetto ai sensi della L.R.  n°12 del 22 giugno 1992 , nella misura in cui riconosce nella nostra attività «un particolare rilievo ed interesse per la promozione culturale e sociale degli anziani» e a cagione del fatto che almeno il 60% dell’attività che l’Associazione svolge è costituita da corsi e lezioni nelle quali, peraltro, trova spazio sufficiente la «realtà culturale, storica, sociale ed economica della Regione Sardegna» come indicato anche dal nostro Statuto. 

I contributi volontari, consistenti in nient’altro che negli importi che un esiguo numero di soci aveva pagato in anticipo sulla riduzione della quota e ha rinunciato a farsi rimborsare, sono stati versati a titolo di erogazioni liberale incondizionata e non fanno perciò sorgere alcuna obbligazione in capo alla nostra Associazione.

Le limitazioni alle attività sociali che hanno caratterizzato il 2020, non sono state purtroppo capaci di imprimere nelle spese un risparmio di più di 800 euro. Ciò si spiega con una serie di costi fissi, tra i quali spicca senz’altro quello della locazione della sede sociale e didattica. Nemmeno le utenze hanno consentito particolari economie rispetto alla gestione precedente: se i piani tariffari delle compagnie telefoniche sono ormai perlopiù caratterizzati da canoni fissi all-inclusive, per quanto invece attiene l’energia elettrica, si rende a questo punto evidente che i consumi incidono per una  parte solo marginale sulla bolletta: già ogni anno molto contenuti (per una media di non più di 20 ore settimanali di apertura della sede, e non tutte con necessità di illuminazione o climatizzazione), nel 2020 essi si sono almeno dimezzati (non avendo la sala didattica funzionato per più della metà dell’anno accademico), senza apprezzabili riflessi positivi sulla fatturazione.

I compensi ai docenti, già enormemente contenuti, non hanno potuto neanch’essi comportare risparmi ulteriori ma ciò, però, è dettato anche da una precisa scelta amministrativa che ha voluto “approfittare”, se così si può dire, della contrazione del monte ore prestate, per  incrementare lievemente con una piccola gratifica, dopo tanti anni senza aumenti di sorta, la remunerazione oraria, già più simile ad un rimborso spese che ad un vero e proprio emolumento. In questo modo, anche con l’intento di fidelizzare i nostri docenti – risorsa così preziosa ed essenziale per la L.U.C. – di indennizzarli per la perdita di opportunità di lavoro a causa della pandemia, e di evitare di perderne la disponibilità, si è cercato di assicurare a ciascuno di essi più o meno la stessa retribuzione degli anni passati, provvedendo come al solito al pagamento delle ritenute d’acconto, ove dovuto. Si precisa che nessuno dei docenti, né alcun altro che presti o abbia prestato la sua collaborazione alla Libera Università, intrattiene con essa alcun tipo di rapporto di lavoro dipendente, e che per nessuno dei componenti degli organi sociali è stata né liquidata né prevista alcuna forma di compenso.

Nell’aumento di circa 340 euro delle Spese di gestione e di segreteria, ha invece inciso, per quasi 300 euro, un intervento di sanificazione anti-CoViD commissionato in concomitanza con la riapertura della sede sociale in autunno, insieme all’acquisto del relativo materiale, mentre i tributi vari sono stati costituiti per 4/5 dalla già menzionata imposta di registrazione dello Statuto modificato.  Sono state invece dimezzate le spese di pubblicità e comunicazione, in cui è stato ricompreso anche il rinnovo del dominio del sito web: l’emergenza sanitaria, infatti, ha sconsigliato di imbarcarsi nella stampa di locandine e manifesti come gli altri anni per annunciare l’apertura dell’anno accademico, e ci si è limitati ad alcuni volantini, affidandosi più che altro al passaparola, anche perché – in quella fase dell’anno – non era ancora chiaro se e come le attività sociali avrebbero potuto ricominciare.  Infine, quanto alle attrezzature, si è provveduto soltanto all’acquisto di un PC portatile collocato nella sala didattica che, nell’anno accademico 2020/2021, si è rivelato utile in associazione al proiettore per permettere, a pochissimi tra i soci con difficoltà nel collegamento via Skype, di seguire occasionalmente in sede, sempre col rispetto delle misure anti-CoViD19, le lezioni tenute da casa dai docenti.

A parte i contributi del Comune di Selargius, incassati comunque tutti nella prima metà dell’anno, crediti e debiti risalenti all’anno precedente sono stati tutti saldati entro i primi del 2020: essi consistevano in una fattura di 333,06 euro della Litotipografia Trudu e nella quota dell’imposta di registro del contratto di locazione che spettava al locatore rimborsare.  La gestione 2020 non lascia perciò alcun residuo passivo da estinguere, mentre i residui attivi consistono in:

Ø  1950 euro già stanziati dal Comune di Selargius nella prima metà dell’anno, che saranno incassati nel 2021;

Ø  72,05 euro di imposta di registro a carico del locatore da ricevere in rimborso;

Ø  20 euro versati in eccesso su una ritenuta d’acconto il 13 agosto 2020, che saranno recuperati nel 2021 col Mod.770;

per totali 3292,05 contando anche i 50 euro di Plafond della Carta Postepay Evolution in possesso dell’Associazione.

Soprattutto a causa della già osservata contrazione delle entrate,  l’utile di esercizio è stato significativamente più contenuto rispetto al 2019, quando era ammontato a 2523,88: il che deve essere interpretato nel senso che l’Associazione ha impiegato praticamente tutto ciò che ha incassato, cosa che è comunque coerente con un ente che non trova nel profitto la propria finalità. Grazie a questo pur modesto utile, la liquidità a disposizione della Libera Università resta sostanzialmente invariata nel 2020 e, dall’esame del prospetto globale dei  dodici mesi, emerge con specchiata evidenza che, se il saldo della cassa è diminuito,ciò è avvenuto perché quello della banca è salito di un importo grosso modo equivalente alla somma dei giroconti coi quali, per l’appunto, sono stati trasferiti nel conto corrente 1540 euro di quote associative incassate in contanti nel 2019.

Pertanto, se l'avanzo di amministrazione assestato al 31/12/2020 risulta diminuito di 3.381,35 euro rispetto alla precedente gestione, ciò non denuncia un carente equilibrio finanziario dell'Ente (testimoniato, tutt’al contrario, dalla stabile liquidità) ma è esattamente determinato dalla riduzione di 4031 euro (grazie alle erogazioni incassate) dei residui attivi (passati da 7323,05 a 3292,05) e dall'estinzione dell'unico passivo rimasto, con la conseguenza che è diminuito di 3697,94 euro il saldo tra residui attivi e passivi; cifra quest’ultima che, decurtata dell'utile d'esercizio, determina il disavanzo corrente al quale comunque non sono associati né un calo di liquidità né un indebitamento ma piuttosto la riscossione dei crediti pregressi.

L'avanzo assestato, consistente nella somma della disponibilità finanziaria e dei residui attivi, al netto del Deposito cauzionale (che sarà ritirato, in tutto o in parte, solo alla cessazione della locazione), sarà, fino a concorrenza, interamente destinato alle attività istituzionali e di interesse generali come calendate nel nostro Statuto. Pur auspicando la costanza dei contributi pubblici, è comunque evidente la necessità di una maggiore compartecipazione dei soci alle spese, in particolare (soprattutto da parte dei soci attivi e frequentanti), la contribuzione al costo dell’attività corsuale che, dopo la locazione, rappresenta la principale voce di spesa.

L’interesse già manifestato dal proprietario della sede didattica alla vendita del suo immobile, potrebbe comportare, nell’imminenza della scadenza del contratto che avverrà nel 2023, la necessità del reperimento di un nuovo locale, cosa peraltro, anche a prescindere da quello, comunque raccomandata per il contenimento dei costi, e della quale il Consiglio direttivo già ha incominciato ad interessarsi.

 

In prospettiva, nell’incertezza in merito all’andamento della situazione epidemiologica, potrebbe rendersi necessario anche un potenziamento della didattica a distanza  con l’eventuale acquisto di nuova strumentazione e relativi costi ed investimenti. In tutti i casi, gli scopi associativi continueranno ad essere perseguiti in particolare con l’organizzazione e regolare calendarizzazione di corsi, lezioni, conferenze e laboratori, nelle diverse discipline e sui diversi argomenti che si riterranno di interesse di concerto tra docenti e soci, da tenersi o nella modalità tradizionale in presenza, nel rispetto delle misure di protezione sanitaria eventualmente vigenti, o nella modalità telematica a distanza, già collaudata con esito tutto sommato più positivo di quanto ci si aspettasse.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Last modified on Sabato, 17 Luglio 2021 18:45